Scuola Tappeti Caruso | |
Indirizzo: via Gramsci, 195 - 87055 - San Giovanni in Fiore - (CS) |
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Telefono:
0984 992724 |
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Fax:
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Email:
info@scuolatappeti.it
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Sito internet: www.scuolatappeti.it |
Nella Scuola Tappeti Caruso è possibile ammirare gli “ozaturi a pizzulune” e le tipiche coperte “trappigne”; la “n’cùllerata”, sfilato tipico, che ornava la scollatura del “rituortu” (antico costume delle donne sangiovannesi) ed ancora intramontabili arazzi, i servizi da tavola e gli asciugamani, che rievocano la Magna Grecia; scialli, stuoie, tende e tessuti d’arredamento.
Nell’atelier è presente un sorprendente assortimento di tappeti dal gusto classico o contemporaneo. Grazie all’esperienza, che si tramanda da generazioni, si tessono anche le “idee” più stravaganti; sui pezzi in pura seta si annodano fino a 4.300 nodi al cm².
Questo ha reso la Scuola Tappeti un punto di riferimento per artisti ed architetti, che possono veder riprodotti i loro disegni con grande fedeltà, Per la tessitura si utilizzano fibre naturali, quali: ginestra, seta, lino cotone e lana. Nella bottega è possibile assistere alla lavorazione, acquisire dati tecnici ed apprendere riferimenti socio-culturali e religiosi. Infine se necessario si lavano e restaurano i vostri tappeti pregiati che su richiesta un incaricato ritira e riconsegna su tutto il territorio nazionale.
Un discorso a parte va fatto per quelle che possono essere considerate delle vere e proprie opere d’arte. È il caso degli arazzi dedicati all’abate Gioacchino da Fiore. Il primo, annodato con purissima seta, esposto nella sala di rappresentanza della provincia di Cosenza, ha richiesto un anno e mezzo di annodatura per ottenere un risultato pressoché fotografico di una delle tavole del Liber Figurarum, la più bella opera di teologia figurale del Medioevo. Il critico Adriano Villata lo ha valutato 60 mila euro. Il secondo arazzo raffigura i cerchi trinitari ed è stato donato nel 2003 al Papa Giovanni Paolo II e oggi è esposto nei Musei Vaticani. Gli altri due arazzi d’ispirazione gioachimita si trovano nell’abbazia forense e nel duomo di Cosenza. Ginestra, seta, lino, cotone, e lana, sono i filati utilizzati per la produzione di tessuti e arazzi, la base naturale sulla quale prendono forma motivi ispirati dalla natura circostante, dai classici dell’arte o da motivi di gusto contemporaneo che il Maestro Caruso crea circondato dalla sua equipe. Per poi tesserli su telai manuali o Jacquard. Di particolare rilievo il tessuto realizzato nel 1999 da Domenico Caruso, portando a termine un’impresa che non ha eguali a livello nazionale. Si tratta di un tessuto in fibre metalliche nobili (oro o argento), lavorati utilizzando un telaio particolare, frutto dell’ingegno del maestro e del padre Salvatore. Il telaio da loro creato permette di superare la difficoltà principale derivante dalla mancata elasticità delle fibre metalliche. L’innovativo tessuto fatto a San Giovanni in Fiore è stato poi utilizzato per forgiare borse tempestate di pietre preziose esportate fino in medio oriente, culla della tessitura mondiale.
Nell’atelier è presente un sorprendente assortimento di tappeti dal gusto classico o contemporaneo. Grazie all’esperienza, che si tramanda da generazioni, si tessono anche le “idee” più stravaganti; sui pezzi in pura seta si annodano fino a 4.300 nodi al cm².
Questo ha reso la Scuola Tappeti un punto di riferimento per artisti ed architetti, che possono veder riprodotti i loro disegni con grande fedeltà, Per la tessitura si utilizzano fibre naturali, quali: ginestra, seta, lino cotone e lana. Nella bottega è possibile assistere alla lavorazione, acquisire dati tecnici ed apprendere riferimenti socio-culturali e religiosi. Infine se necessario si lavano e restaurano i vostri tappeti pregiati che su richiesta un incaricato ritira e riconsegna su tutto il territorio nazionale.
Un discorso a parte va fatto per quelle che possono essere considerate delle vere e proprie opere d’arte. È il caso degli arazzi dedicati all’abate Gioacchino da Fiore. Il primo, annodato con purissima seta, esposto nella sala di rappresentanza della provincia di Cosenza, ha richiesto un anno e mezzo di annodatura per ottenere un risultato pressoché fotografico di una delle tavole del Liber Figurarum, la più bella opera di teologia figurale del Medioevo. Il critico Adriano Villata lo ha valutato 60 mila euro. Il secondo arazzo raffigura i cerchi trinitari ed è stato donato nel 2003 al Papa Giovanni Paolo II e oggi è esposto nei Musei Vaticani. Gli altri due arazzi d’ispirazione gioachimita si trovano nell’abbazia forense e nel duomo di Cosenza. Ginestra, seta, lino, cotone, e lana, sono i filati utilizzati per la produzione di tessuti e arazzi, la base naturale sulla quale prendono forma motivi ispirati dalla natura circostante, dai classici dell’arte o da motivi di gusto contemporaneo che il Maestro Caruso crea circondato dalla sua equipe. Per poi tesserli su telai manuali o Jacquard. Di particolare rilievo il tessuto realizzato nel 1999 da Domenico Caruso, portando a termine un’impresa che non ha eguali a livello nazionale. Si tratta di un tessuto in fibre metalliche nobili (oro o argento), lavorati utilizzando un telaio particolare, frutto dell’ingegno del maestro e del padre Salvatore. Il telaio da loro creato permette di superare la difficoltà principale derivante dalla mancata elasticità delle fibre metalliche. L’innovativo tessuto fatto a San Giovanni in Fiore è stato poi utilizzato per forgiare borse tempestate di pietre preziose esportate fino in medio oriente, culla della tessitura mondiale.