Intorno al 1500 la grande idea di commercializzare i rami sotterranei di una pianta che cresceva in abbondanza nel latifondo: la liquirizia, dall’allettante nome di glycyrrhiza glabra, cioè radice dolce.
Nel 1731, per valorizzare al massimo l’impiego di questo prodotto tipico della costa ionica, la famiglia Amarelli dà vita ad un impianto proto-industriale, detto “concio”, per trasformare in succo le radici di questa benefica pianta. Nascono così le liquirizia, nere, brillanti, seducenti, gioia dei bambini, ma anche, soprattutto, di adulti che amano il piacere di una vita sana e naturale. Dopo tre secoli la Amarelli, che fa parte dell’esclusiva associazione “Les Hénokiens” formata da 36 aziende familiari bicentenarie di tutto il mondo, produce ancora – con moderna tecnologia ed artigianale tradizione – liquirizia pura e gommosa, confetti e sassolini alla liquirizia, cioccolatini, grappa e liquore sempre alla liquirizia.
Per raccontare questa storia davvero unica, la famiglia ha aperto, nell’antico palazzo sede dell’azienda, il Museo della Liquirizia “Giorgio Amarelli”, insignito del “Premio Guggenheim Impresa & Cultura” e celebrato dalle Poste Italiane con un francobollo della serie tematica “Il patrimonio artistico e culturale italiano”, emesso in 3.500.000 di esemplari.
Visitandolo si può scoprire, tra oggetti del passato ed etichette d’epoca, un’esperienza di vita e di lavoro che si prolunga nel tempo sapendosi adeguare al suo divenire.