Itinerari in Calabria
CASTROVILLARI - LAINO BORGO |
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Castrovillari
Posta in un
avvallamento naturale denominato "Conca del Re", a circa 360 metri d'altitudine
sul livello medio del mare, Castrovillari è circondata dagli Appennini
calabresi, ed è il centro più grande del Parco Nazionale del Pollino. Monte
Pollino, nei pressi della cittadina, è la seconda vetta più alta degli Appennini
meridionali dopo Serra Dolcedorme.
Il Mar Ionio dista poco più di 30 km (lungo la SS 106); il Mar Tirreno tra i 50
e i 110 km. Il clima prevalente è di tipo mediterraneo nella stagione estiva, e
da media montagna appenninica d'inverno; non mancano occasionali nevicate.
Oltre al centro abitato vi sono diverse frazioni: Vigne, Cammarata,
Ciminito.
Cenni storici
Il nome "Castrovillari" deriva probabilmente deriva dal tardo latino medievale
castrum villarum (letteralmente "fortezza delle ville"). La cittadina fu fondata
dagli aragonesi, a cui si deve lo splendido Castello Aragonese.
È divisa in due
parti separate dal celebre Ponte della Catena; la parte vecchia, detta Civita ed
edificata su uno sperone calcareo, è caratterizzata da piccole viuzze e
costruzioni molto caratteristiche. Vi si trovano la chiesa monumentale di San
Giuliano, il Protoconvento Francescano e, su una altura, la celeberrima Madonna
del Castello (festeggiata dalla popolazione l'1 maggio). Nella piazza antistante
la chiesa della Madonna del Castello, un cannone e un allarme antiaereo
ricordano la guerra; l'allarme suona tutti i giorni a mezzogiorno. Sempre nella
Civita si trova il rinnovato Teatro Sybaris, che ospita alcune importanti
manifestazioni teatrali, musicali e di cabaret con artisti di fama nazionale.
Tra le altre chiese, si ricorda quella di San Francesco di Paola (in Corso
Garibaldi, accanto al municipio), la Chiesa dei Sacri Cuori (erroneamente detta
Cattedrale, poiché la Chiesa Cattedrale si trova dove è la Cattedra del Vescovo
della Diocesi, in questo caso Cassano allo Ionio e nel periodo estivo nel paese
di Mormanno dove è presente la Concattedrale), e la piccola chiesetta
dell'Eterno Padre, ubicata nella frazione Vigne, proprio accanto al fiume
Coscile. Sorta sotto i piloni dell'autostrada, questa chiesa è nota per una
statua della Madonna che si dice abbia pianto sangue.
La parte nuova, detta "Casale", molto più estesa rispetto la precedente, si
sviluppa su un declivio; vi si trovano negozi, uffici, banche e altre strutture
moderne, tra cui il Tribunale - che è anche sede territoriale dell'Ordine degli
Avvocati - e un importante istituto penitenziario.
Luoghi d'interesse
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Chiesa di S. Giuliano
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Chiesa di S. Maria di
Costantinopoli
- Protoconvento Francescano
- Chiesa della SS. Trinità
- Chiesa della Madonna del Castello
- Palazzo Salituri
- Palazzo Salituri alla Giudeca
- Cappella di S. Rocco
- Palazzo Cappelli
- Palazzo Gallo
- Palazzo Gallo vecchio (già
convento)
- Casello Aragonese
- Ponte della Catena e Fontane di
S. Giuseppe
- Palazzo del Municipio
- Chiesa di S. Maria delle Grazie
Feste e manifestazioni
Tra le feste della tradizione castrovillarese, quella
certamente più sentita è la "Festa della Madonna del Castello" che si tiene ogni
anno all'inizio di Maggio e dura tre giorni. Si tratta di un evento dal forte
sapore nostalgico (tutti gli anziani del paese la attendono e vi prendono
parte), che spesso riesce a riportare a casa tanti emigranti castrovillaresi
sparsi per l'Italia ed all'estero. Oltre alle celebrazioni religiose, i momenti
della festa più attesi sono lo spettacolo pirotecnico ed il concerto che
conclude la festa.
Altre feste molto sentite sono le "Focarine di San Giuseppe" (in cui gli
abitanti scendono per strada e accendono falò) e la "Festa della Pietà" (15 e 16
agosto).
L'evento di maggior richiamo anche tra i non castrovillaresi è invece
probabilmente il Carnevale del Pollino (nel 2006 ribattezzato "Carnevale di
Castrovillari"), organizzato dalla locale ProLoco, che si tiene a febbraio fin
dal 1959 e nel corso del quale sfilano carri allegorici e gruppi folkloristici
provenienti da tutto il mondo. Un'ulteriore occasione di riunione e di
spettacolo per i gruppi folkloristici internazionali è costituito dal "Festival
Internazionale del Folklore e del Parco del Pollino", nato nel 1986 e che si
svolge ogni anno tra agosto e settembre.
Morano Calabro
Morano Calabro è un
comune calabrese di 4.789 abitanti situato nella zona settentrionale della
provincia di Cosenza, confinante a nord con i comuni di Rotonda, Viggianello e
Terranova di Pollino, ad est con Castrovillari, a sud con Saracena e San Basile
ed a ovest con Mormanno. La sua posizione strategica nell'alta valle del fiume
Coscile (antico Sybaris) alle pendici del massiccio del Pollino, ha contribuito
al suo sviluppo in epoca greco-romana ed al suo splendore in epoca medievale e
rinascimentale sotto il feudo dei Sanseverino. Dal 2003 detiene la nomina di
centro fra i "Borghi più belli d'Italia", Bandiera Arancione del Touring Club
Italiano, per la sua pittoresca posizione geografica e per la pregevolezza delle
opere artistiche custodite. Recentemente il suo nome è stato inserito nella
prestigiosa lista delle destinazioni europee del Progetto EDEN della Commissione
europea. Oggi è uno dei principali centri del Parco Nazionale del Pollino.
L'antico nucleo del centro urbano si trova arroccato su di un colle di forma
conica alto 694 metri s.l.m. alla cui sommità si trovano i ruderi di un antico
maniero di epoca Normanno-Sveva. L'abitato si sviluppa degradando dalla sommità
alla base del colle e creando una suggestiva illusione prospettica per cui le
abitazioni paiono essere attaccate le une alle altre. Tale assetto urbano si fa
risalire all'epoca romana e medievale: è infatti accertato che l'odierno
castello, potrebbe ricalcare un più antico fortilizio difensivo di epoca romana.
Nelle epoche successive, l'abitato si è esteso modellandosi sulla struttura del
colle fino a sfociare verso i primi del settecento, nel quartiere di via vigna
della Signora, anticamente definito lo burgo, fuori dalla cinta muraria. A
seguito delle varie mutazioni socio-economiche del secolo scorso, nella seconda
metà degli anni 60' ebbe inizio una fase di ampliamento verso il pianoro
prospiciente l'antico nucleo cittadino, dove oggi sorgono nuovi moderni edifici.
Cenni storici
Sull'origine del nome del borgo non si hanno precise testimonianze storiche, si
sono invece ipotizzate incerte e contrastanti teorie. Nel corso degli anni sono
state fatte bizzarre congetture, quale ad esempio l'erronea supposizione che il
nome "Morano" derivi dal fatto che sia stato fondato o abitato dai "mori":
questa tesi appare inverosimile, dato che l'origine del centro si fa risalire al
III - II secolo a.C. da parte dei romani. Analoghe teorie volevano che il nome
derivasse dalla coltivazione dei gelsi mori che abbondano nell'agro circostante:
anche in questo caso esse vengono considerate infondate, visto che dette
coltivazioni sono state inserite posteriormente alla fondazione del centro. La
tesi proposta dallo storico Gaetano Scorza afferma che, così come si potrebbe
supporre, Morano possa vantare origini magno-greche.
Il nome Morano, o Muranum in latino, pone chiara luce sulla sua fondazione
romana e riapre la questione sull'origine del toponimo, giustificando un'ipotesi
più verosimile ma non provata da documenti storici. Il suffisso latino -anum
indica solitamente le fondazioni che prendono nome da una famiglia importante
proprietaria della zona, oppure da un personaggio celebre. Nel nostro caso si
tratterebbe di una possibile famiglia Mure, il cui genitivo Muris, precederebbe
il suffisso -anum come già detto. Quindi si otterrebbe il nome Muranum da un
originario Murisanum da cui, con il tempo, caddero le lettere "i" ed "s".
L'appellativo Calabro venne aggiunto con un decreto di Vittorio Emanuele II del
giugno 1863, per distinguerlo da Morano sul Po.
Morano Calabro fu certamente fondata dai romani, come già detto, intorno al II
secolo a.C. La prima traccia significativa del borgo che incontriamo, è infatti
nel toponimo latino "Muranum", comparso per la prima volta in una pietra miliare
del II secolo a.C., la cosiddetta Lapis Pollae (o lapide di Polla). Muranum
risulta essere stazione della Via Capua-Rhegium, antica strada consolare romana,
comunemente denominata via Annia-Popilia. Successivamente, lo ritroviamo con il
nome di "Summuranum" nel cosiddetto Itinerario di Antonino (III secolo d.C.) e
nella Tabula Peutingeriana(III secolo d.C.).
In epoca altomedievale, durante le incursioni saracene del IX secolo, venne
combattuta fra moranesi e saraceni una battaglia che vide vittoriosi i primi, la
c. d. "battaglia di Petrafòcu". Oggi, viene annualmente ricordata come simbolo
dell'indipendenza cittadina in una annuale rievocazione storica, la Festa della
bandiera, oltre che iconograficamente nello stemma della città.
Nell'età medievale il borgo fu feudo di Apollonio Morano, dei Fasanella ed
Antonello Fuscaldo e nel XIV secolo passò ai Sanseverino di Bisignano
Questa nobile famiglia si sentì molto legata a Morano, lasciando numerose e
preziose tracce storico-artistiche che li videro come mecenati, quali ad esempio
la fondazione in segno di devozione (1452) del Monastero di San Bernardino da
Siena patrono della città, e dell'ampliamento del castello (1515). A
testimonianza dell'assiduo legame col borgo, Pietrantonio Sanseverino, maggior
esponente della famiglia, accordò ai suoi feudi numerose concessioni grazie al
celeberrimo atto Capitoli e Grazie, ratificato nella città di Morano il 1º
agosto 1530, inoltre suo figlio Niccolò Bernardino (ricordato per gli orti
botanici sanseverini di Napoli), vi nacque nel 1541 assumendo in segno di
devozione familiare come secondo nome quello del santo patrono.
Nel 1614 il feudo venne quindi ceduto agli Spinelli principi di Scalea, fino al
1806, anno di eversione dal feudalesimo. Il borgo seguì successivamente le sorti
del Regno delle due Sicilie e del nascente Regno d'Italia.
Una nota particolare merita il grande flusso migratorio che ha interessato il
borgo fra l'ultimo ventennio del XIX secolo ed i primi del '900, così come è
attestato da un drastico calo demografico. Gli abitanti censiti nel 1881
sfioravano le 10.000 unità, mentre nel 1901, dopo vent'anni, erano 6.596. Gran
parte di questi flussi erano indirizzati all'estero, in particolar modo verso i
paesi dell'America Latina. All'inizio degli anni ottanta, il comune di Morano
Calabro si è gemellato con la città di Porto Alegre in Brasile, per l'alta
concentrazione di moranesi, stimati intorno alle quindicimila unità.
Luoghi d'interesse
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Il Castello Normanno-Svevo.
Appare in ruderi sulla sommità dell'abitato in posizione strategica da
dominare tutta la valle dell'antico fiume Sybaris.
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Chiesa dei Santi Apostoli Pietro
e Paolo; pregevolissime opere d'arte vi sono custodite e vanno dal XV secolo
ai primi decenni dell''800.
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Collegiata di Santa Maria
Maddalena; sono custodite nella Collegiata numerose reliquie di santi, fra
cui una pietra del Santo Sepolcro e un'orma del sandalo che S. Francesco da
Paola lasciò su una roccia del monte Sant'Angelo nell'atto di benedire la
Calabria prima di recarsi in Francia.
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Chiesa di San Nicola di Bari; si
trova nel cuore del centro storico e si mostra ai piedi del colle dove sorge
il borgo solo sul suo fianco destro.
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Chiesa e Monastero di San
Bernardino da Siena; in stile tardo gotico, è uno dei migliori esempi di
architettura francescana del '400 che si possano rintracciare nell'intera
Calabria.
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Convento dei Cappuccini; il
monastero è fornito di un'antica biblioteca con più di settemila volumi, fra
i quali si annoverano pregevoli manoscritti e stampe preziose.
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Chiesa del Carmine; fondata
per opera dell'ordine dei Padri Carmelitani nel 1568.
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Monastero di Colloreto.
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Museo dell'agricoltura e
pastorizia. Si trova nel centro storico di Morano, nei locali di palazzo
Salmena. Custodisce antichi oggetti agricoli con riferimento ai vari
passaggi della storia contadina.
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Museo e centro studi
naturalistici "Il Nibbio". Sono custoditi reperti accurati sulla flora e
sulla fauna del Parco del Pollino.
Feste e manifestazioni
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Prima domenica di maggio festa della Vergine
dell'Annunziata.
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20 maggio Festa del copatrono San Bernardino da Siena,
con processione, offerte votive e consegna delle chiavi della città da parte
del sindaco.
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Nel mese di maggio in occasione della festa patronale,
viene annualmente svolta in più giorni la Festa della Bandiera, rievocazione
storica della battaglia fra moranesi e saraceni con ricco corteo storico in
costume rinascimentale, con sbandieratori e cavalieri.
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Cronoscalata del Pollino.
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Fra il 15 e il 16 luglio, viene celebrata la festività in
onore della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo. Nota anche come "festa
dell'emigrante", questa manifestazione religiosa è divenuta nel corso degli
anni un simbolo del legame fra i moranesi residenti in Italia e all'estero.
A questo proposito si svolge nel pomeriggio del 15 luglio una cerimonia con
offerte votive recitate in molte lingue del mondo da parte degli emigranti.
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Fra luglio ed i primi di settembre ha luogo la rassegna
"D'estate Morano", con l'allestimento e la proiezione gratuita di film
all'aperto, serate musicali con band jazz, blues e rock, cabaret ed
intrattenimento.
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Prima domenica di agosto, festa della Madonna delle Nevi,
in frazione Campotenese.
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16 agosto Festa di San Rocco.
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Prima domenica di settembre, festa della Madonna delle
Grazie prima patrona e protettrice di Morano, con processione, offerte
votive e consegna delle chiavi della città da parte del sindaco.
Mormanno
Il centro abitato di
Mormanno sorge fra le sponde del monte Costapiana e del monte Posillipo a 840
metri s. l. m. nel cuore del Parco Nazionale del Pollino sul complesso montuoso
di Orsomarso e Verbicaro, lambendo ad est il confine con il versante lucano.
L'estensione del territorio comunale è di 75,90 km² con una densità abitativa
pari a 46,48 ab/km². Mormanno risulta essere una salubre e frequentata località
montana del Pollino, da cui sono facilmente raggiungibili il monte Velatro (1107
m), il monte Cerviero (1441 m) ed il monte Palanuda (1631 m). Il centro storico
di Mormanno si distende su quattro colli, il più antico dei quali, esposto ad
est, viene comunemente detto la Costa sull'altura dell'Annunziata, mentre ad
ovest vi è il quartiere di San Michele, a sud di San Rocco che rappresenta
l'ingresso del corso municipale, ed a nord la Torretta. Mormanno è anche
una rinomata località di caccia, vanta alcune specialità gastronomiche note in tutta la provincia di Cosenza: i gustosissimi
savoiardi e i deliziosi "bocconotti" alla mandorla e alla ciliegia
Cenni storici
Le origini di Mormanno appaiono ignote ancora oggi, sebbene gli storici locali
ipotizzino la sua esistenza a partire dall'epoca longobarda, dove possibili
tracce di primi insediamenti sul colle della Costa siano ritenute porobabili
dalla posizione dominante a nord della sottostante valle del fiume Lao.
L'ubicazione strategica sulle vie di comunicazione e la radice etimologica del
toponimo ci testimoniano la sua preesistenza dall'espressione "montes
Miromannorum" utilizzata in un'agiografia di San Leoluca di Corleone, il quale
si recò a Mormanno per meditare. Il nome Mormanno infatti secondo alcuni storici
deriverebbe dal germanico Marimannus o Merimannus, oppure si riferirebbe agli
arimanni, ovvero ai mercenari di origine germanica a cui fu concesso un
territorio dove stanziarsi compreso tra il gastaldato di Laino e la fortezza di
Papasidero. Il nome mons arimannorum si riferirebbe emblematicamente al borgo e
se ne trova traccia in molti documenti successivi con numerose varianti, tra cui
spicca Miromagnum il quale ne qualifica la sua posizione dominante l'ampia
vallata del mercure, i quali contribuirono a creare la forma corrente.
Circa la fondazione, l'attività commerciale ed i rapporti economici e religiosi
nel borgo di Mormanno, abbiamo testimonianza da diversi documenti storici, il
primo dei quali in lingua greca risalente al 1092. Sulla sua appartenenza
feudale, siamo a conoscenza del fatto che prima di essere ceduto alla famiglia
Sanseverino di Bisignano che lo tenne fino a tutto il 1612, fu degli Orsini. Nel
1624 venne venduto ai Guaragna e quindi a Persio Tufarelli. Il possedimento fu
ceduto ulteriormente da questa famiglia, per essere inglobato direttamente nei
domini dell'amministrazione regia nell'ultimo decennio del XVIII secolo. In
questo periodo l'attività artistica del centro venne animata dal rifacimento
della chiesa madre in stile tardo barocco, ma un clima di generale impoverimento
materiale e culturale, che già imperverversò a seguito delle ripetute forme di
corvées imposte al popolo ed alla continua cessione feudale, ebbe modo di
manifestarsi in maniera più decisa per l'acutizzarsi di questi fattori. Ciò
influì negativamente anche sulla piccola nobiltà locale, che impoveritasi, ed
avendo necessità di liquidità per far fronte alla precarietà dello stile di vita
e all'abbandono delle istituzioni centrali, alienò beni e latifondi scomparendo
gradatamente, talora disperdendosi in quel clima di generale indigenza. Dopo
l'esperienza risorgimentale ed a seguito delle infelici misure intraprese dal
governo viste dal popolo come un espediente per non fronteggiare più urgenti
necessità socio-economiche, nel 1866 Mormanno visse una serie di infelici
scontri volti alla restaurazione del regime borbonico. Vista la situazione di
precaria stagnazione seguì una decisa ondata migratoria interna e, con più
difficoltà anche indirizzata oltre i confini nazionali. Il paese seguirà quindi
le sorti del Regno d'Italia e della Repubblica.
Luoghi d'interesse
- Cattedrale di Santa Maria del Colle; è il più importante monumento di
Mormanno.
- Il Santuario della Madonna della Catena, a 3 chilometri circa dal centro
abitato in località c/da Brancato
- La Cappella Gentilizia della Famiglia Capalbi "San Giovanni Battista" in
località costa
- Il Santuario di Nostra Signora della pietà e del perpetuo soccorso in
località Cavaddreru
- La Cappella Gentiliziadella Famiglia Sarno "San Francesco di Paola" in
località Capo lo serro
- La Cappella di San Michele in località Capo lo serro
- La Cappella Gentilizia della Famiglia Perrone "San Nicola" in località
Capo lo serro
- La Cappella di Santa Caterina d'Alessandria in località Costa
- La Cappella di S.Apollonia in località Costa
- La Cappella di S.Anna in località Vallone
- Il Santuario di Santa Maria Angeli in località Casalicchio
- La Cappella di Gentilizia della Famiglia De Callis "Sant'Antonio da
padova" in località Costa
- La Chiesa dell'Annunziata in località Monte
- La Cappella del Suffraggio in località Capo lo serro
- Il Santuario di San Rocco in località Casalicchio
Laino Castello
Il territorio del
Comune di Laino Castello si estende su una superficie di 39,34 Kmq. e confina
con i territori dei Comuni di Laino Borgo, Mormanno, Papasidero, Rotonda e Aieta.
La morfologia del territorio è piuttosto complessa con quote che vanno da mt.
1291 (monte La Destra) a mt. 175 (parte bassa Fiume Lao).
Il territorio, data la
sua particolare conformazione è solcato da numerosi corsi d’acqua, dei quali i
più importanti sono dei veri e propri fiumi (Lao e Battentiero). La
caratteristica principale del Comune di Laino Castello è quella di avere
numerose contrade rurale che coprono la quasi totalità del territorio, tutte più
o meno abitate. Infatti su una popolazione residente di circa 900 abitanti,
soltanto 1/3 risiede nel Nuovo Centro abitato sito in località Pornia ( qui
trasferito a seguito dell’abbandono totale del vecchio centro abitato
danneggiato dal sisma del 21.03.1982), mentre la restante popolazione è sparsa
nelle 40 contrade rurali sparse su tutto il territorio comunale. Dette contrade
sono distanti dal Centro abitato da un minimo di un Km. fino ai circa 20 Km.
della parte bassa di Campicello. Le contrade suddette sono tutte collegate al
Centro abitato ed ai vari centri vicini, attraverso delle strade comunali, per
lo più asfaltate. Nel territorio sono presenti numerose sorgenti, alcune delle
quali con portata rilevante (Buongianni o Costa dell’Istrice, Tuvolo, Sirico,
ecc.)
L'intero territorio del Comune ricade all'interno dell'area del Parco Nazionale
del Pollino con circa 1000 Ha all'interno della zona "1" di rilevante interesse
naturalistico, paesaggistico e culturale con limitato grado di antropizzazione,
la restante parte del territorio è in zona "2", di valore naturalistico,
paesaggistico e culturale con maggiore grado di antropizzazione.
Cenni storici
Si ritiene che sia stata fondata dai superstiti di Lavinium (città romana che
sarebbe stata individuata allo scalo di Orsomarso) in fuga dalla malaria e dalla
popolazione della bassa e media valle del Lao scampata agli attacchi dei
barbari.
Dal IV secolo a. C., dopo un periodo di splendore di circa due secoli, iniziò
un'inesorabile fase di declino segnata anche dall'incedere dei Lucani animati da
pressanti mire espansionistiche. Le sue sorti iniziarono a risollevarsi soltanto
sotto i Bizantini e grazie ai monaci basiliani, che iniziarono a impiantare nel
territorio una serie di laure, cappelle, chiese e monasteri, il centro crebbe
d'importanza religiosa e culturale.
Furono i Longobardi per strategia difensiva contro il nemico bizantino, a
costruire sul colle S. Teodoro il castello (Castrum Layni) che divenne poi
capoluogo di un importante gastaldato del principato di Salerno.
Nel XIII secolo Carlo I d'Angiò creò a Laino una piazzaforte militare che venne
in seguito migliorata da Carlo II e, quindi, ceduta da Carlo III a Ruggiero di
Lauria. Morto quest'ultimo, la fortezza e i suoi possedimenti passarono nel 1310
prima al figlio Berengario e poi alla figlia Flavia che la portò in dote al
marito Enrico Sanseverino. Successivamente il castello fu restaurato e
fortificato da re Ferdinando I che, nel 1488, lo sottrasse ai Sanseverino. Nel
1496 il capitano spagnolo Consalvo de Cordova espugnò con l'inganno la fortezza
e vinse gli Angioini. Il borgo passò, dunque, sotto la dominazione aragonese e
agli inizi del XVI secolo fu ceduto da Federico I al suo consigliere e parente
Ferrante de Cardenas, con il titolo di marchese di Laino. I de Cardenas
appoggiarono sempre la causa spagnola e respinsero diversi attacchi dei Francesi
che volevano impossessarsi del castello. Sotto il regno borbonico il paese
partecipò fervidamente alle mutazioni civili e sociali e anche qui, nel 1799,
venne innalzato l'albero della libertà. Dopo la caduta dei Borboni, però,
l'esercito francese riuscì a occupare il territorio. Nel 1860 il borgo accettò,
con un plebiscito, l'annessione al Regno di Sardegna.
Fino al 1982 i lainesi hanno abitato nel centro storico arroccato sul colle S.
Teodoro. Già nel 1960 a seguito di problemi di dissesto idrogeologico, l’abitato
di Laino Castello venne dichiarato da trasferire in altro luogo e da allora
cominciò lento e inesorabile il declino del glorioso Centro. Nel 1982 di
quell'anno, a causa di un violento terremoto, la popolazione ha dovuto
abbandonare definitivamente le proprie case e trasferirsi su un pianoro poco
distante.
Luoghi d'interesse
- Chiesa di San Teodoro: di origine bizantina, con torre medioevale,
custodiva al suo interno opere di notevole valore artistico;
- Chiesa delle Vergini del 1500;
- Ruderi del Castello Feudale adibito in seguito a cimitero e resti delle
antiche mura, speronati con bastioni a torretta;
- Palazzi signorili con portali e stemmi gentilizi scolpiti in pietra
locale;
- Cappella di Santa Maria degli Scolari, nel Centro Nuovo;
- Cappella della Madonna del Rosario;
- Cappella di San Ciro;
- Cappella di San Francesco;
- Cappella di Santa Maria della Catena;
- Cappella di S. Onofrio;
- Cappella di San Pietro;
- Cappella di San Rocco.
Laino Borgo
Il Comune di Laino
Borgo, situato al confine tra Calabria e Basilicata, ai piedi del massiccio del
Pollino, sorge in una valle, circondata da verdi colline e ricco di sorgenti
d’acqua, che creano luoghi incantevoli. Adagiato in una valle percorsa
interamente dal fiume Lao, Laino Borgo gode di una posizione geografica
favorevole che consente di coniugare agevolmente il mare e la montagna in una
cornice naturalistica dalle bellezze davvero pregevoli.
Cenni storici
Fino al XVI secolo Laino Castello e Laino Borgo furono un solo Comune denominato
semplicemente "Laino" I due Comuni si unirono per la seconda volta l'11 marzo
1928, con il nome di "Laino Bruzio", per separarsi nuovamente il 19 ottobre
1947.
Le origini della comunità lainese risalgono alla seconda metà del VII o ai
primi del VI sec a.C., ma non si sa di preciso, se Laino fu colonia della Magna
Grecia, fondata da superstiti della distruzione di Sibari, o se fu città
italiota. Una serie di tombe e di reperti archeologici di epoca greca e romana
sono state rinvenute nelle località S. Gada e S. Primo. E' probabile, dunque,
che dopo il declino dei greci, con i bruzi la città si riduce a villaggio e
resta tale per tutto il periodo romano. In seguito, forse a causa della
vicinanza della strada consolare Popilia o Annia, e del transito dei Visigoti di
Alarico e dei Vandali di Genserico, gli abitanti della valle del Lao furono
costretti a trasferirsi sulla collina S Sebastiano, formando l'antico "Laghino",
poi corrotto in Laino. Il borgo venne migliorato dai Bizantini e durante le
lotte di predominio tra questi ultimi ed i Longobardi, elemento positivo per la
zona fu il monachesimo greco-bizantino, che ha lasciato a Laino segni evidenti
nella liturgia greca, durata fino al 1562, nelle chiese di S. Teodoro di Laino
Castello e di S. Maria La Greca di Laino Borgo, nonché nella toponomastica delle
strade e delle località. In epoca feudale il Gastaldato di Laino fece parte del
Principato di Salerno; in seguito, con i Normanni, fu feudo della famiglia
Chiaromonte. Dopo aver subito il dominio degli angioini (metà del XIII sec.) con
gli aragonesi don Ferrante de Cardenas divenne marchese di Laino (fine XV- inizi
XVI sec.). Nel 1806, dopo l'abolizione della feudalità e la caduta dei Borboni,
i francesi entrarono a Laino e nel 1860 il paese accettò l'annessione al Regno
di Sardegna. Laino Borgo e Laino Castello furono per il passato quasi sempre
unico comune: la divisione del demanio comunale risale al 1811, poi i comuni
furono riunificati nel 1928 (decreto 11 marzo 1928,n.547) col nome di Laino
Bruzio, per essere divisi definitivamente nel 1947.
Luoghi d'interesse
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Cappella S. Antonio di Padova
- Santuario della Madonna dello Spasimo;
- Chiesa S. Sebastiano
- Cappella S. Biagio
- Cappella S. Maria La Greca
- Chiesa del Purgatorio
- Chiesa S. Spirito
- Chiesa S. Agostino
- Casaletto
- Corso Umberto I
- Casa delle Culture
- Piazza Navarro
- I portali di pietra scolpiti, raffiguranti gli stemmi delle famiglie
nobiliari
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