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Itinerari in Calabria


Guardavalle - Catanzaro





Regione Calabria Provincia di Catanzaro




Guardavalle

Guardavalle è un comune di 5.315 abitanti della provincia di Catanzaro. Il territorio di Guardavalle, delimitato dalle fiumare Assi e Lunari ed attraversato nel centro dal Patella, intorno alle cui rive si è sviluppato il centro storico, è molto fertile e vi si produce soprattutto: olio,vino,agrumi. Intorno alla Torre Vinciarello è sorta Guardavalle Marina, la frazione costiera che in questi anni si è trasformata in una moderna cittadina e apprezzato centro turistico, con 6 Km di spiagge.


guardavalle


Cenni storici Guardavalle paeseLa fondazione di Guardavalle risale a circa 1300 anni addietro, quando gli abitanti delle città costiere magnogreche (e nel nostro caso di Kaulon), per sfuggire a invasione barbariche e ad incursioni piratesche, si trasferirono nell’interno, alla confluenza di due corsi d’acqua, in un’ampia conca esposta a Sud e nascosta agli occhi dei pirati e delle orde barbariche che dilagavano attraverso la pianura litoranea. Non bastando, però, questa difesa passiva, oltre al sistema delle torri costiere creato nel XVI secolo, si è dovuto fortificare per difendersi dalle ricorrenti incursioni. Danni enormi riportò l’abitato di Guardavalle a seguito dei frequenti terremoti che hanno afflitto la Calabria, regione altamente sismica. In particolare i sismi del 1659 e del 1783 rasero al suolo anche chiese, palazzi e torri.  I Borboni incentivarono l’estrazione e la lavorazione dei minerali. Il periodo Barocco ha lasciato notevoli tracce nell’edilizia civile e religiosa. In alcuni palazzi gentilizi ci sono ancora stucchi dorati, arredi d’epoca, opere di famosi artisti e quadri di Tommaso Martini e di Mattia Preti.
guardavallePercorrendo stradine e vicoli del centro storico si può vedere come il granito regni sovrano per decori ed elementi strutturali, per scalinate e davanzali, pavimentazioni, sia nelle più umili case come nei grandi palazzi, sia nei caratteristici “ catòi “ come nelle antiche chiese.  Fra i suoi figli illustri ricordiamo il Cardinale Guglielmo Sirleto, il quale nacque a Guardavalle nel 1514 e morì a Roma nel 1585, rifiutando per ben tre volte l’investitura a Pontefice . Sirleto riordinò la biblioteca vaticana; redasse il Nuovo Catechismo; ordinò la riforma del calendario; fu il consulente dottrinario del Concilio di Trento; istituì i registri parrocchiali, unica fonte per gli studi demografici dei secoli scorsi.  Anche a Guardavalle, come nel resto d’Italia, il fascismo incise profondamente nella vita politica : si ricorda, in particolare, un grave conflitto verificatosi nell’ottobre del 1924, durante la festa del Rosario, che provocò un morto e due feriti.



guardavalleLuoghi d'interesse
  • Palazzo Falletti ('800)
  • Palazzo Sirleto (tra '500 e '600)
  • Basilica di San Carlo
  • chiesa di Sant'Agazio ('700)
  • Monastero di Santa Maria




Badolato


Badolato è un comune di 3.315 abitanti della provincia di Catanzaro. In declino l'agricoltura (olive, vini, frutta), mentre è in pieno sviluppo il turismo. La frazione di Badolato Marina accoglie infatti flussi di visitatori sempre più consistenti.



Cenni storici
badolatoSi vuole che sia di fondazione enotra, e che prendesse nome dalla sua posizione eminente circondata da balze che lo pongono come se fosse in alto ad una fortezza. Era detto anche Badulato, Vadolato o Vadulato. Aveva sotto di se i grossi Casali di Isca e di Sant'Andrea. Compreso nella Contea di Catanzaro ai primordi della signoria Normanna in Calabria, fu in seguito baronia, ed ai tempi angioini appartenne ad un Filippo di Badolato - donde, più probabilmente, il nome al paese - al quale con la violenza lo tolse Pietro Ruffo Conte di Catanzaro, i cui discendenti, costituenti un altro ramo della famiglia, lo tennero fino al 1454.  ll terremoto del 1640 causò la morte di 300 persone; quello del 1659 lo danneggiò alquanto, e quello del 1783 finì quasi per distruggere quel che era av
Con la legge francese del 1806, veniva posto nel Distretto di Gerace e messo a capo di un Governo che comprendeva i Luoghi di S. Andrea, Isca, S. Caterina, di Pisano, Guardavalle e Monasterace.  La successiva legge del 1811, confermata da quella borbonica del 1816, ne faceva un Capoluogo di Circondano comprendente Isca, S. Caterina e Guardavalle.
Il terremoto del 1905 vi fece non pochi danni, tanto che venne disposto dapprima il consolidamento e poi il trasferimento dell'abitato a totale carico dello Stato.
Le alluvioni del 1951 misero in serio pericolo la chiesa dell'Immacolata e molte abitazioni, per cui gran parte degli abitanti abbandonarono il paese che per la circostanza venne visitato dal Capo dello Stato.

 


Luoghi d'interesse
  • Santuario S.MariaLa chiesa di S. Andrea Avellino (sec. XVIII)
  • La chiesa di Santa Caterina d’Alessandria (1198)
  • La chiesa del Rosario
  • La chiesa di Santa Maria degli Angeli,
  • La chiesa di San Domenico (1566)
  • La chiesa dell'Annunziata (1654)
  • La chiesa della Provvidenza (1598)
  • La chiesa Ss.mo Salvatore (1218)
  • La chiesa del Carmine (1678)
  • La chiesa di Santa Maria in crignetto (1728)
  • La chiesa San Nicola Vescovo (1239)
  • La chiesa di San Rocco (1548)
  • La chiesa di Santa Maria della Sanità (1198)
  • La chiesa dei Ss. Angeli Custodi
  • La chiesa di San Leonardo
  • La chiesa dell’Immacolata



Sant'Andrea Apostolo dello Ionio
Sant'Andrea Apostolo dello Ionio è un comune di 2.329 abitanti della provincia di centro storico s.andrea apostoloCatanzaro. è situato sul versante ionico calabro, si affaccia sul golfo di Squillace ed ha un territorio con ben 4 km di costa. Si compone di una fascia marina, pianeggiante e coltivata soprattutto ad agrumeti ed uliveti; una fascia collinare con uliveti, vigneti ed orti; la montagna, molto ben conservata e che costituisce un grosso patrimonio ambientale, con boschi di castagno, leccio e faggio. Immerse in un equilibro ecologico incontaminato, in un susseguirsi di piccole cascate naturali tra boschi di faggio e castagno, sono le zone dei torrenti Alaca e Salubro, fortemente piene di attrattive e bellezze naturali (notevole in questa realtà la presenza di antichi ruderi di mulini ad acqua). Il mare è estremamente pulito e limpido, le spiagge sono larghe e bianche. S.Andrea Jonio Centro Storico e S.Andrea Jonio Marina, sono i due centri abitati. Il primo è molto ben conservato, con la sua caratteristica di borgo medievale, in un intrico di strette viuzze e stradine molto suggestive, alcune hanno ancora il pavimento con lastroni di granito.
La posizione paese è splendida e invidiabile: davanti il mare ed alle spalle le montagne, che sono l'avamposto dei monti delle Serre. Sorge alla sommità di tre colline ed è una vera e propria terrazza sul mare, anticamente era un'ottima postazione difensiva contro le incursioni saracene, oggi mette in luce, oltre le dolci terrazze coltivate a vite ed ulivo. Il Golfo di Squillace con le sue punte estreme di Capo Colonna e Punta Stilo, che nelle giornate limpide si riesce a scorgere da alcuni punti strategici. S.Andrea Jonio Marina è una zona urbanisticamente molto ordinata, con strade ampie e regolari, giardini ed attrezzature sportive, completamente circondata dalle coltivazione di ulivo e di agrumeti. Il clima è decisamente mediterraneo, mite d'inverno e caldo d'estate, si presta molto bene anche per soggiorni climatici. La presenza di due villaggi turistici, di diversi stabilimenti balneari e di numerose strutture ristorative. ne fanno una località turistica tra le più apprezzate.




Cenni storici
s.Andrea Apostolo - ChiesaIl paese sorge a cavallo tra il X e l'XI secolo, nei pressi di una Grangia basiliana fondata da alcuni monaci sfuggiti alla furia iconoclasta di Bisanzio. I monaci basiliani giunsero prima in Sicilia, regione ben nota sia ai greci che agli orientali, tra l'VIII e il IX secolo, successivamente si spostarono in Calabria dove fondarono numerosi Cenobi o eremi sulle colline dei litorali ionici e tirrenici.
Sulle dolci colline di S. Andrea, che dominano la valle, si possono osservare i ruderi di alcune testimonianze di quel periodo storico particolarmente interessante.
La prima testimonianza è una piccola Grangia fondata intorno al IX secolo detta di "Gerraggiùati".
Successivamente, secolo XI - XII, viene edificata la chiesa di San Nicola di Cammerota, sul poggio di Condò, duecento metri più a nord della Grangia. La chiesetta di forma rettangolare con abside semicircolare è lunga 9 m. e larga 5,90. L'abside è rivolta ad oriente, con una finestra centrale terminante ad arco e coronata da una fascia di travertino. Nella parete laterale campeggia una finestra oblunga con arco scolpito ed una piccola finestra ad occhio. Gli spigoli sono di calcare bianco, alternato a pietra nera, di origine vulcanica. Lo stesso ordine di bianco e nero si riscontra nell'arco interno dell'abside, nella porta e nelle finestre, dimostrando come all'architettura bizantina si aggiunge la policromia araba ricorrente nei modelli classici di Sicilia e Spagna.
A Nord della chiesetta, nei pressi dell'attuale cimitero, si pùo ancora notare il rudere della Torre di Tralo' o Torre di "Cammerota", di origine normanna, che, secondo alcuni antichi documenti, sarebbe appartenuta alla chiesa e costituisce un altro esempio dell'importanza storica di S. Andrea.
Un'altra testimonianza bizantina è rappresentata dalla chiesa di Campo. Riportata negli antichi documenti col nome di S. Martino ed in un secondo tempo col nome di S. Maria di Campo, è il classico esempio di chiesa rurale, che i basiliani costruivano nelle campagne per dare un supporto ai contadini. Più umile nelle rifiniture e nei materiali, è un inequivocabile modello compositivo dell'architettura del periodo. L'altare è esposto ad oriente e l'entrata ad occidente. Nel 1985, nel corso dei lavori di restauro curati dalla Amministrazione Comunale, sono stati rinvenuti preziosissimi affreschi bizantini, presumibilmente del X e XIII secolo. I primi, nell'abside ritrovata dietro l'altare, rappresentano dei santi a figura intera, mentre i secondi, sulla parete laterale, riportano, presumibilmente, scene di vita religiosa. Le recenti campagne di scavo lasciano supporre, al di sotto del piano pavimentale, l'esistenza di una fattoria risalente al periodo Ellenistico cioè al III sec. a.C.

Luoghi d'interesse
  • Chiesetta di S. Nicola di Cammerota
  • La chiesa di S. Andrea
  • La Grangia dei Certosini








Soverato



soveratoSoverato è un comune di 10.034 abitanti della provincia di Catanzaro situato nella parte sud del golfo di Squillace, distante circa 20 km dal capoluogo di regione. Rappresenta il polo turistico più importanti sulla costa jonica e proprio per la sua bellezza, è definita; "la perla dello Jonio" . Soverato è il vertice meridionale di una area densamente popolata di circa 150.000 abitanti che arriva fino a Catanzaro, città con la quale esiste un'intensa mobilità cittadina in uscita per motivi prevalentemente commerciali, lavorativi e di studio ed in entrata per motivi turistici e di divertimento.
Soverato è variamente distribuita nel territorio, è possibile distinguere tre zone contingenti, la prima sulla costa, la seconda, poco distante e leggermente distaccata dalla prima, in bassa collina e la terza, alla stessa altezza della seconda, rappresenta quel che rimane della vecchia Soverato (Soverato Vecchia). La popolazione è prevalentemente accentrata nella parte bassa della cittadina. L'area collinare abitata di Soverato prende il nome di Soverato Superiore.soverato
Il turismo rappresenta la principale fonte economica per Soverato. Durante il periodo estivo, la popolazione aumenta notevolmente, si registra la presenza di un elevato numero di turisti concentrati soprattutto nel mese di agosto, per frequentare il famoso lungomare di Soverato, località intrisa di strutture turistiche. Sono presenti inoltre diverse scuole secondarie superiori, frequentate da molti studenti del comprensorio, che si spostano durante l'anno nella cittadina jonica per completare gli studi dopo il conseguimento della licenza media. Soverato è famosa per la pesca del tonnetto dalla spiaggia con canne di lancia a ritorno veloce con mulinello, e l'uso di un artificiale. Dal 2009,con decreto regionale,è stato istituito il parco marino "baia di Soverato" per l'abbondante presenza di cavallucci marini. Soverato è dotata di un moderno teatro comunale, di un acquario mediterraneo e di uno spettacolare giardino botanico.



Cenni storici

Dal punto di vista storico, Soverato, sorge sul territorio che, a suo tempo, si dice sia stato occupato da un villaggio a cui la tradizione erudita locale ha attribuito il poleonimo, attestato solamente per il secolo XVII, di Poliporto, toponimo a cui sono stati attribuiti varie interpretazioni. soveratoIl nome "Suberatum" fu dato al villaggio, a seguito della ricostruzione sulla collina sovrastante la costa, durante il X secolo d.C. Pochi sono i documenti esistenti relativi alla cittadina di Soverato ma, fondamentale, è un testo storico che registra la presenza di un mulino all'interno di un territorio denominato "Suberati". Durante gli anni il nome modificò per raggiungere l'attuale forma. Tra i tanti nomi attribuitigli ricordiamo Sughereto, Sovrato e Subrato. In riferimento al nome odierno, si ritiene che coloro i quali attribuirono questo nome al villaggio presero spunto dal grande numero di alberi da sughero presenti nel territorio. Altre ipotesi, molto fantasiose, sono prive di fondamento e, conseguenzialmente, vengono scartate. Nella parte alta della città restano dei ruderi della città che viene chiamata Soverato Antica o "Soverato Vecchio". Si tratta di un abitato che fu distrutto dal Terremoto del 1783 che colpì il sud Italia. In realtà si trattò di una serie di terremoti che ebbero inizio il 5 febbraio 1783 e a cui seguirono più di 900 scosse fino al 28 marzo 1783. La scossa che recò maggiore danni a Soverato Antica, secondo alcuni studi, risale al 28 marzo 1783 ed ebbe epicentro fra i Comuni di Borgia e Girifalco. Soverato "da vedere" offre anche una serie di opere di altissimo contenuto storico come ad esempio "La pietà del Gagini" (1521) oppure il borgo antico - sopra descritto - denominato "Soverato vecchio".E' stata dichiarata città dal Presidente della Repubblica Giovanni Leone.




Luoghi d'interesse
  • chiesa della SS. Addolorata
  • Gruppo marmoreo della Pietà nella chiesa di Maria SS.ma Addolorata
  • L’antico borgo medioevale
  • Monastero di Santa Maria della Pietà
  • chiesa di S. Antonio da Padova

carnevale di soverato
Feste e manifestazioni
  • Il Carnevale di Soverato
  • Riti legati alla settimana santa, in particolare la presa di Cristo all'orto e la Cumprunta
  • Fiera della Galilea, storica fiera - lunedì e martedì dopo Pasqua
  • Fiera di S. Anna, alla fine del mese di luglio
  • Magna Grecia Film Festival, alla fine di luglio
  • Giochi di Eutimo, la prima settimana di agosto
  • Festa di Maria SS di Porto Salvo , protettrice dei marinai soveratesi - 2a  domenica di agosto
  • Festa patronale Maria SS Addolorata - 3a  domenica di settembre
  • Sagra delle Melanzane in Soverato Superiore - 3a  domenica di settembre




Montepaone


Montepaone è un comune di 4.559 abitanti della provincia di Catanzaro. Il suo nome deriva dal latino Mons Pavonis, cioè Monte del Pavone, probabilmente perché un tempo, come si racconta, si allevavano i pavoni. Arroccato come un vecchio castello medievale sulla cima di una collina, s'affaccia sullo scenario limpido del mar Jonio tra Copanello e Soverato.
Lo studio delle attività produttive e delle antiche tecniche artigiane assegna ai montepaonesi la sapiente arte di intrecciare il vimini per creare il tipico cestino detto Crivu e di confezionare un torrone tipico ed esclusivo: la Cupeta, composto di sesamo, miele, farina e vino cotto. Da non dimenticare, poi l'arte del ricamo, tradizionalmente diffusa per preparare la "dote" cioè il corredo, e l'arte della tessitura. Le donne di Montepaone erano abili filatrici e tessitrici, per le viuzze strette, a qualcuno, sembra ancora di percepire il suono del telaio. La seta veniva prodotta in loco perché, un tempo, vi si allevava il baco, anche il lino era un filato molto usato. Le attività produttive principali, dunque, sono: l'agricoltura, l'artigianato, l'allevamento, ma anche la pesca e la caccia. Il turismo resta comunque la principale fonte economica per Montepaone.



 

Cenni storici

Montepaone SuperioreÈ parere degli gli storici calabresi che Montepaone sorse sulle rovine dell'antica Aurunco. Si narra che Montepaone sorgesse nell'odierna Contrada Runci, a metà strada tra l'attuale centro e Montepaone Lido; proprio qui si trovano degli antichi ruderi del monastero di San Nicola. Non si sa con certezza quale sia la data di fondazione di Aurunco ma si formulano alcune ipotesi che vogliono Aurunco fondata dalla popolazione degli Aurunci laziali arrivati fin qui e stanziatisi nella piana compresa tra Montepaone Lido e Pietragrande, accanto alla piana di Sajnaro o Sanguinario (confinante, a sud, con il torrente Beltrame). Qui si affrontarono, in una sanguinosa battaglia, Annibale e i consoli romani Marco Claudio Marcello e Tito Quinzio Crispino durante la seconda guerra punica.
Di Montepaone con il suo nome attuale si comincia ad avere notizia a partire dall'anno 1094 quando il conte Ruggero il Normanno cedette alla Certosa di San Bruno tre villaggi: Arunco - l'odierno Montepaone, Montauro ed Olibano - l'odierna Gasperina. Da questo momento in poi si sentirà parlare sempre di Montepaone e non più di Aurunco o Monte Pavone.
Interessante per determinare la veridicità della storia di Annibale, potrebbe essere il ritrovamento, nell'ottobre 1951 dopo un'alluvione, in una voragine apertasi nel letto del fiume Grizzo, una grande anfora d'argilla contenente un teschio umano appartenente ad un uomo importante ucciso in battaglia e decorato all'onore militare. Gli storici del periodo pensarono che il teschio fosse quello del console Marcello.
Nel 1594 Montepaone subì un'incursione da parte dei Saraceni di Sinan Bascià Cicala che, convertitosi all'Islam, mise a ferro e fuoco molti paesi sulla costa ionica. Si racconta che i Saraceni, oltre a commettere razzie e distruggere tutto, rubarono la campana della chiesa matrice, ma quando la nave salpò a poche centinaia di metri dalla riva affondò. Ricordati, non solo dai Montepaonesi, sono i terremoti del 5 novembre 1659 e del 5 febbraio 1783. Dopo entrambi i terremoti il paese ne uscì con gravi danni calcolati allora in 3000 ducati.
Durante il terribile terremoto dell'8 marzo 1783 si verificò anche un maremoto, che durò tutta la notte, seguito da una scossa sentita su tutto il litorale; a Montepaone non ci furono né vittime né danni, pare che la popolazione avesse fatto voto alla Madonna Immacolata ed ancora oggi, l'8 marzo, si festeggia la Madre di Gesù.
Nel 1799 ci fu la breve parentesi della Repubblica Partenopea e Montepaone venne dichiarata Comune nel Cantone di Catanzaro. Nel 1975 iniziò lo sviluppo della frazione Montepaone Lido (allora chiamata Muscettola), ad opera di cinque famiglie provenienti dai comuni limitrofi di Montauro e Gasperina, attirate dalla possibilità di creare facilmente attività economiche grazie alla facilità di scambi data dalla creazione della nuova stazione ferroviaria di Montauro (oggi stazione di Montepaone)



Luoghi d'interesse
  • Colonna d'Annibale, sulla ex S.S. 106
  • La chiesa parrocchiale Maria S.S. Immacolata
  • Piazza Immacolata, invece, rappresenta per Montepaone Centro il principale luogo d'incontro;
  • L'Olmo o l'Albero della Libertà, piantato nel 1799 in Piazza Immacolata, il Pavone e l'Olmo sono gli emblemi del paese.
  • chiesa Montepaone Lido


Feste e manifestazioni
  • Festa di Gesù Bambino - visita delle famiglie con la statua del Bambinello - 1° gennaio
  • Festa dell'Immacolata Concezione che si celebra dal 1783
  • Venerdì Santo - al mattino: processione per le vie del paese con la statua dell'Ecce Homo; alla sera: processione "'a la storta" con la Croce, Gesù morto('a Naca) e la Vergine Addolorata
  • Festa Patronale di San Felice Martire - prima domenica di agosto
  • Festa di San Francesco da Paola - seconda domenica di agosto
  • Festa di San Giovanni Battista - 22, 23, 24 giugno
  • Cronoscalate e Slalom Montepaone-Montauro settembre - ottobre


 


Catanzaro



CatanzaroCatanzaro detta anche Città dei tre colli è una città italiana di 93.396 abitanti, capoluogo della regione Calabria e dell'omonima provincia. Si colloca al centro di un'area densamente popolata, con un'intensa mobilità urbana, comprendente alcuni comuni costieri, da Sellia Marina a Soverato e alcuni comuni della Sila per un totale di 156.196 abitanti. Va consolidandosi la formazione di un'area metropolitana, già deliberata dalla Regione Calabria, con la città di Lamezia Terme, che comprenderà 10 comuni e porterà alla creazione di un'area integrata che si estenderà dalla costa ionica a quella tirrenica, coinvolgendo oltre 200.000 abitanti. Storico capoluogo dell'antica provincia di Calabria Ultra per oltre 200 anni e sede dell'Università degli Studi "Magna Grecia", il secondo ateneo calabrese per numero di iscritti, nei mesi estivi il litorale ionico da Catanzaro a Soverato è soggetto a importanti flussi turistici, soprattutto giovanili, per la presenza di numerose strutture ricettive.



Territorio

Centro storico di Catanzaro visto dalle alture retrostanti della Sila Catanzaro si trova in posizione centrale rispetto alla regione Calabria: rispetto alle città di Cosenza, Crotone e Vibo Valentia, Catanzaro dista circa 50 km in linea d'aria.

Si affaccia sul golfo di Squillace, nel mar Ionio, dove secondo alcuni studiosi si trovava il porto del regno dei Feaci, dove, secondo Omero , Ulisse fu accolto e raccontò la sua storia. È situata nell'istmo di Catanzaro, la striscia di terra più stretta d'Italia, in quanto soli 30 km separano il mar Ionio dal Tirreno. Dai quartieri nord della città in alcune giornate particolarmente limpide è possibile vedere contemporaneamente il mar Tirreno, il mar Ionio l'isola di Stromboli e le isole Eolie.

Il territorio comunale si estende dal mare fino a un'altezza di circa 600 metri, il centro cittadino è situato a circa 300 mt. sul livello del mare. Comprende una zona costiera sul mar Ionio che ospita 8 km di spiaggia e un porto turistico, da qui il centro abitato risale la valle della Fiumarella (anticamente detta fiume Zaro) sede di un forte sviluppo urbanistico, fino ai i tre colli: del Vescovado, di San Trifone (o di San Rocco) e di San Giovanni (o del Castello) su cui sorge il centro storico della città e che si ricollegano con la Sila verso Nord. Per la sua particolare orografia il territorio comunale è bagnato dal mare, ma soggetto a fenomeni nevosi d'inverno.

I corsi d'acqua principali sono il torrente Fiumarella, nel quale confluisce il torrente Musofalo, il torrente Corace (anticamente detto Crotalo) il maggiore in termini di portata d'acqua che delimita il confine comunale a sud e il torrente Alli che delimita il confine comunale a nord. Per loro natura i corsi d'acqua sono a carattere torrentizio ed hanno una scarsa portata nella maggior parte dell'anno, mentre si gonfiano dopo le piogge.




Cenni storici
Panorama catanzaroAlcune ipotesi fanno risalire l'origine di Catanzaro a un'antica colonia greca nel luogo che inseguito divenne l'antica Scolacium oppure ritengono che sia sorta sulle rovine dell'antica città di Trischines. Altre ipotesi più accreditate individuano la fondazione da alcuni insediamenti posti in ordine sparso nella zona dell'attuale Catanzaro Marina, Tiriolo (anticamente Teura), Santa Maria di Catanzaro, sul colle Trivonà (Trischines) e lungo la valle del Corace che formavano l'antica "Terra dei Feaci". E proprio alla foce del torrente, secondo la leggenda Ulisse fondò l'antica Skilletion. Di recente ritrovamento nel quartiere Germaneto lungo la valle del Corace, una necropoli greca del V secolo a.C. e un antico centro romano testimoniano la presenza di antichi insediamenti lungo la valle del Corace.

Dai ritrovamenti archeologici, emerge che l'attuale territorio comunale era compreso nell'area abitata fin dall'età del ferro, dalla popolazione dei "Vituli" così chiamati perché adoratori del simulacro del vitello, che i greci ribattezzarono "Italoi" (adoratori del vitello) e governati dal famoso re Italo (dal quale in seguito prese il nome tutta la penisola italiana), fratello di Dardano progenitore dei troiani.

Secondo la leggenda due condottieri bizantini Cattaro e Zaro condussero le popolazioni rivierasche della città magno-greca di Skilletion o Skillakion, corrispondente alla romana Scolacium (nei pressi dell'odierna Catanzaro Marina), prima sullo Zarapotamo (oggi Santa Maria di Catanzaro) poi successivamente sul Trivonà, in una un fortezza militare (secondo alcune ipotesi già esistente da qualche secolo nel luogo che attualmente è il quartiere che porta il nome di Grecìa). La scelta territoriale sarebbe stata legata alle continue incursioni saracene, che spinsero a spostare l'abitato in zone più elevate. Tale fondazione è attribuita tradizionalmente alla seconda metà del IX secolo, per decisione del generale bizantino Niceforo Foca il vecchio, dal quale avrebbe inizialmente preso il nome di "Rocca di Niceforo". Il passaggio da fortezza a centro urbano vero e proprio avvenne ad opera del generale Flagizio che avviò la costruzione di una cittadella, di un recinto fortificato e infine la sistemazione di cisterne e provviste di grani. Potenziato dall’accentramento di popolazione, prese forma urbana ed in seguito fu incastellato e assunse la denominazione di Katantzárion, con il permesso dell'Imperatore ottenuto da Flagizio. Secondo alcune ipotesi, proprio da questo periodo che vide lo sviluppo di officine per la lavorazione della seta importata dall'oriente e delle coltivazioni di gelso, deriva il nome attuale della città dal termine greco "Katartarioi", ovvero filatori di seta.
torre cavallara
Agli inizi del X secolo la città bizantina fu occupata dai Saraceni, che vi fondarono un emirato e prese il nome arabo di Qatansar. La presenza araba è testimoniata da ritrovamenti ottocenteschi di una necropoli che restituì oggetti con iscrizioni arabe. Durante il periodo Arabo la città si ribellò più volte. Nel 929 a seguito di una nuova rivolta e del rifiuto di pagare i tributi Catanzaro venne duramente saccheggiata dal generale Saraceno Al-Mahdi.

Intorno al 1000 Catanzaro si ribellò al dominio Saraceno, tornando per un breve periodo nuovamente sotto controllo Bizantino. Nel 1069 fu l'ultima città calabrese, dopo mesi di resistenza a cadere sotto l'assedio dei Normanni di Roberto il Guiscardo che eressero il Castello Normanno. In quest'epoca conobbe una fioritura di arti e dei mestieri, e in particolare la lavorazione della seta, con scambi commerciali sia con le altre regioni d'Italia che con i paesi orientali ed europei.

CzTorre Cavallara del XV secoloAlla metà del XIII secolo l'imperatore Federico II fece di Catanzaro un diretto possesso della corona. In seguito la città fu feudo delle famiglie Ruffo, Caraffa e Soriano. Per farne un centro di dominio, i Normanni l'elessero a Contea, conferendola a Pietro Ruffo, grande marescalco di Federico II. Da questi perduta nelle sue lotte contro Manfredi, la città ritornò ai Ruffo quando Carlo I d'Angiò la donò al secondo Pietro Ruffo, nipote del precedente, suo generale nella guerra del Vespro. Per quattordici anni, ad opera del Re Ladislao, rimase nel demanio regio. Nel 1420, ritornò a Nicolò Ruffo, che la diede in dote alla figlia Enrichetta che andava sposa ad Antonio Centelles. In seguito alla ribellione di costui che fomentò le plebi rurali, Alfonso I ne fece di nuovo una città demaniale. Per cui pochi anni dopo (1460) si accese nuova guerra durante la quale Catanzaro trucidò i partigiani di Centelles. Ritornata la pace, la città ebbe concessi nuovi privilegi che favorirono enormemente l'affermarsi della sua industria della seta, per cui i suoi damaschi andavano noti in tutta Europa. Da quel tempo Catanzaro acquista sempre più l'aspetto e l'importanza di quieta città aristocratica ed artigianale. Tuttavia questa condizione le conferisce l'energia di comportarsi eroicamente, nel 1528, e di resistere all'assedio posto dai francesi, meritandosi da Carlo V il titolo di "Fedelissima" e l'autorizzazione a fregiare il proprio stemma con l'aquila imperiale. L'importanza economica, ma soprattutto militare portò, pochi anni dopo, nel 1593 la città ad essere nominata capoluogo della provincia Calabria Ulteriore, ruolo che detenne per oltre 220 anni fino al 1816, anno in cui avvenne la divisione amministrativa della provincia.
La sua importanza per tutto il territorio regionale ebbe conferma nel 1970, anno in cui venne nominata capoluogo della regione Calabria.





Monumenti e luoghi d'interesse
 
  • Duomo CatanzaroCentro storico con il Duomo, eretto nel 1121 in epoca normanna e dedicato a Santa Maria Assunta e agli Apostoli Pietro e Paolo.

  • Santissimo Rosario: presenta una facciata rinascimentale e interno a navata unica, coperta da volta a botte lunettata, con transetto e quattro cappelle per lato;

  • San Rocco, settecentesca, presenta navata unica e cappelle laterali e conserva stucchi decorativi e affreschi moderni.
  • La basilica dell'Immacolata, dedicata alla patrona della città.
  • Sant'Omobono risale probabilmente all'XI-XII secolo.
  • Santa Maria del Carmine, situata nel rione Grecîa fu edificata nel XVII secolo.
  • Santa Teresa, o dell'Osservanza, con l'annesso convento.
  • San Giovanni, sorse sull'elevazione maggiore della città, in corrispondenza dei resti dell'antico castello tra il XV e il XVI secolo
  • La chiesa Monte dei Morti e della Misericordia, seicentesca, presenta un ricco portale barocco al centro della facciata e interno a croce greca
  • La chiesa Santa Maria di Portosalvo costrutita agli inizi dell'ottocento è dedicata alla patrona dei pescatori e delle vittime del mare
  • Fontana monumentale Il Cavatore ideata e costruita da Giuseppe Rito, scultore alla cui opera si fanno risalire le origini del contemporaneo in Calabria.
  • L'Ancora Imponente monumento ai caduti del mare situato sul lungomare. È composto da una struttura in cemento di 10 mt su cui è "poggiata" una grande "ancora" di bronzo alta circa 6 mt. Progettata dal Cav. Francesco Combariati e signor Felice
  • A Gutta Situata sul lungomare è una boa circolare (6 mt di diametro), usata per l'attracco dei pescherecci, che si disperse dopo una grande mareggiata negli anni '70. Il ritrovamento è avvenuto nel 1994; è stata ristrutturata e ora arricchisce uno spazio a verde adiacente il lungomare.
  • Monumento al Generale Stocco La statua in marmo del 1898 dello scultore Francesco Scerbo sita in piazza Osservanza creata in onore del generale garibaldino Francesco Stocco
  • Statua dell'Assunta La statua è istallata su un alto piedistallo situato nella cima del campanile dell'omonima basilica è, anch'essa, un'opera del noto scultore calabrese Giuseppe Rito.
  • Statua ai caduti della grande guerra situata in piazza Anita Garibaldi riporta i nomi dei caduti catanzaresi della Grande Guerra. È alta circa 6 mt è raffigura un angelo in marmo con il volto in bronzo di un soldato.
  • Teatro Politeama Teatro Politeama, situato nel centro storico e inaugurato nel 2002
  • Il ponte di Catanzaro o Ponte Bisantis, considerato uno dei simboli della città.

  • MuseoIl Museo storico militare, situato nel Parco della Biodiversità Mediterranea, presenta una vastissima collezione di armi, equipaggiamenti militari e mappe d'epoca dal 1600 fino alla seconda guerra mondiale.

  • Museo d'arte moderna e contemporanea di Catanzaro "MARCA".
  • Polo museale multifunzionale sviluppato su tre piani.
  • Museo provinciale "Villa Margherita" Contiene collezioni di monete, vari reperti ed una raccolta di materiale preistorico.
  • Museo delle carrozze, un ampio edificio stile medioevale ospita la collezione di preziose carrozze del barone De Paola utilizzate per le riprese di numerosi film italiani e stranieri tra cui Via col vento, annesso all'edificio si trova un altro museo sulla civiltà contadina.
  • Museo risorgimentale, contiene vari cimeli, biffettiere, armi dell'epoca garibaldina e delle guerre d'Africa e di Spagna, carte cospirative, i diari di guerra e i documenti mazziniani. Sito nei locali concessi dal Comando Militare Esercito "Calabria".
  • Museo della seta, presenta collezioni di attrezzature e documentazioni della lavorazione e della commercializzazione della seta.
  • Museo diocesano, presso l'Arcivescovado, con opere provenienti dal Duomo e da altre chiese.
  • Parco della "Biodiversità mediterranea", vasto parco comprendente aree a prato, un giardino botanico all'italiana (comprendente 20.000 piante da siepi, 2.000 piante d'alto fusto e 200 specie) e due laghetti. Sono presenti anche numerose specie di uccelli, mammiferi mediterranei.





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