Cucina Vegana - Vegetariana
a cura di
Linda Pizzuto
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VEGETARIANESIMO: UNA SCELTA D’AMORE
“Il veganesimo non è una scelta. La scelta termina dove inizia la vita di un
altro. Uccidere un essere vivente non è una scelta, è un assassinio”.
Mangia la carne che diventerai forte come un toro, contiene ferro e proteine.
Quante volte ci siamo sentiti dire questa frase dalle nostre mamme e quante
volte la diciamo ai nostri figli mentre presentiamo loro un piatto a base di
carne? Peccato però che il toro sia un erbivoro!
E’ una convinzione consolidata considerare la carne un elemento basilare della
nostra alimentazione, ma è veramente così?
Coloro
che si convertono al vegetarianesimo sostengono che il cibarsi di carne sia
sbagliato per diversi motivi.
Spesso chi
adotta una dieta vegetariana, ossia priva di cibi provenienti dall'uccisione di
animali, lo fa sostenendo che mangiar carne fa male alla salute. Si tratta di
una tesi avallata, in effetti, anche dalla scienza ufficiale, secondo cui chi
mangia soprattutto alimenti vegetali è molto meno esposto a malattie
dell'apparato cardiovascolare, a tumori, ipertensione, diabete. Ciò accade,
secondo molti studiosi, soprattutto perché l'uomo, per le sue caratteristiche
fisiologiche affini a quelle delle scimmie e assai diverse da quelle degli
animali carnivori, non è onnivoro bensì frugivoro, ossia predisposto ad
un'alimentazione a base di frutti e semi. Ma non mangiare carne non è soltanto
una questione di salute. Si tratta, piuttosto, di una questione d'amore: per gli
animali e per la Terra; si espande il proprio livello di consapevolezza, si
comprende l'unità del tutto, cosa che non è possibile se si rimane insensibili
all'uccisione dei nostri fratelli animali, nostri compagni di avventura nella
condivisione di questo meraviglioso pianeta che è la Terra. Esistono poi dei
motivi ecologici altrettanto validi a favore del vegetarianesimo, tra cui gli
enormi sprechi di risorse necessari per mantenere gli allevamenti intensivi di
"bestiame da macello", condotti con criteri disumani, nonché la distruzione di
foreste millenarie e di terreni fertili, soprattutto nel Terzo Mondo, per creare
pascoli.
Nell’immaginario comune la dieta vegetariana
viene spesso intesa come un regime alimentare semplice, privo di prodotti di
origine animale. In realtà il concetto è ben più ampio dato che nella grande
famiglia del vegetarianesimo si possono far rientrare diversi modelli
alimentari:
dieta
vegetariana:
è vietato il consumo di carne e pesce (molluschi e crostacei compresi) mentre
sono consentiti alimenti derivanti dagli animali come uova ,
latte, formaggi e miele (latte-ovo vegetariani);
dieta vegana: rinuncia a tutti i prodotti di origine animale, compresi i
derivati;
dieta crudista: basata sul solo consumo di frutta e verdure crude;
dieta fruttista: sì solo a frutta, semi oleosi e semi germogliati.
Tra questi diversi modelli,
il più diffuso è quello vegetariano ma spesso questo è considerato solo un
modello di transizione verso uno stile di vita vegan e totalmente cruelty free.
Non a caso il termine vegan fu coniato prendendo le prime e ultime lettere del
termine inglese vegetarian, con l'indicazione che il veganismo era "l'inizio e
la fine del vegetarianesimo". Il termine veganesimo indica una dieta e uno stile
di vita che esclude l'uso di prodotti di origine animale come cibo e per
qualsiasi altro scopo. Gli aderenti (detti vegani o, con prestito
dalla e" lingua
inglese, vegan) rifiutano
quindi non solo di nutrirsi di carne e pesce, come i vegetariani, ma anche
di latte, latticini, uova e derivati, miele, nonché di acquistare e usare
prodotti di qualsiasi genere la cui realizzazione implichi lo sfruttamento
diretto di animali. Le principali motivazioni addotte dai vegani per la loro
scelta di vita sono l'impegno a favore della causa dei diritti animali e
motivazioni etiche correlate come l'antispecismo. Uno dei fondamenti etici di
questa scelta è la filosofia antispecista e non violenta e la condanna delle
pratiche legate all'allevamento industriale e alla sperimentazione sugli
animali. La Vegan Society fornisce la seguente definizione di veganismo: “La
parola veganismo denota una filosofia e un modo di vita che si propone di
escludere - nella misura in cui questo è praticamente possibile - tutte le forme
di sfruttamento e di crudeltà verso gli animali perpetrate per produrre cibo,
indumenti o per qualsiasi altro scopo; e per estensione, promuove lo sviluppo e
l'uso di alternative non-animali, per il bene dell'uomo, degli animali e
dell'ambiente. Da un punto di vista dietetico indica la pratica di evitare
qualsiasi prodotto derivato, in tutto o in parte, dagli animali. Ma vediamo ora
quali sono i principali pregi e difetti di una dieta vegetariana e di una dieta
vegana. La dieta vegetariana, associata ad uno stile di vita salutare, riduce il
rischio di malattie legate allo stile di vita moderno: diabete, ipertensione,
obesità, iperlipidemia, ictus, malattie cardiovascolari. Inoltre, secondo i suoi
sostenitori una dieta vegetariana, intesa sia come lacto-ovo-vegetariana che
vegana, è in grado, da sola e senza integrazioni, di soddisfare le
raccomandazioni correnti per tutti i nutrienti. Fondamentalmente, tanto i vegan
che i vegetariani dovrebbero basare la loro dieta su abbondanti quantità di
frutta e verdura fresca (sia cotta che cruda) legumi e cereali integrali o
semi-integrali. Seitan, tofu, latti vegetali, hamburger vegetali e comunque gli
alimenti elaborati e confezionati vanno consumati con moderazione limitando al
massimo quelli ricchi di sodio e grassi saturi. I vegetariani non devono seguire
particolari regole per avere una alimentazione correttamente bilanciata, ma
alcuni consigli più specifici possono essere dati. Innanzi tutto è imperativo
non sostituire la carne aumentando l’assunzione di altri cibi animali (latticini
e uova): così facendo i benefici per la salute sarebbero scarsi visto che
l’assunzione di grassi animali rimarrebbe sostanzialmente inalterata e non
verrebbe aumentata l’assunzione di cibi vegetali, i cui benefici per la salute
sono assodati. In secondo luogo è opportuno abbondare con i legumi che
forniscono proteine e ferro, abbinandoli nello stesso pasto a cibi ad alto
contenuto di vitamina C (come la frutta) per massimizzare l’assimilazione del
ferro.
Per i vegan, è opportuno seguire qualche regola in più. Come per i vegetariani,
è importante mangiare molti legumi abbinati a cibi ad alto contenuto di vitamina
C (questo significa semplicemente mangiare frutta alla fine del pasto oppure
bere durante o alla fine del pasto dei succhi di agrumi). E' consigliabile
includere nella dieta moderate quantità di semi e frutta secca (pistacchi,
mandorle, semi di zucca, noci), ricchi di zinco e ferro. In particolare le noci,
secondo alcuni studi, sarebbero in grado di ridurre l’incidenza di malattie
cardiovascolari. E' anche opportuno ridurre l’assunzione di zucchero e dolciumi.
E' infine essenziale introdurre nella propria alimentazione una fonte affidabile
di vitamina B12. Qualora la propria dieta non fosse bilanciata correttamente è
possibile incorrere in qualche carenza alimentare. Vale la pena di sottolineare
che queste carenze, se non trascurate o ignorate, sono facilmente curabili
modificando la propria dieta o - al limite - con degli integratori, diversamente
dalle patologie degenerative causate dalla alimentazione carnea, contro le quali
la medicina moderna può ancora poco.
Per i vegetariani, l’unica carenza realisticamente ipotizzabile è quella di
ferro. In tal caso è opportuno aumentare l’assunzione di legumi, broccoli,
cavolo, verza, pane e altri farinacei integrali preferibilmente lievitati con
lievito naturale e non chimico. Comunque, per aumentare l’assimilabilità del
ferro è necessario consumare nello stesso pasto cibi contenenti questo minerale,
cibi ricchi in vitamina C e altri acidi contenuti nella frutta (come l’acido
citrico). E' inoltre preferibile evitare di mangiare nello stesso pasto i
latticini il cui calcio limita l’assorbimento del ferro, caffè, tè, cioccolato e
vino per via del tannino che contengono. Ovviamente sono tutte raccomandazioni
da seguire con elasticità.
Per i vegan, le possibili ma infrequenti carenze sono, oltre al ferro, iodio,
zinco, calcio, vitamina B12, vitamina D e acidi grassi della famiglia omega-3.
Il contenuto di iodio dei vegetali varia molto in funzione della terra in cui
sono coltivati ed in genere è sufficiente per le esigenze del nostro corpo. Nel
caso vi fossero dubbi è sufficiente acquistare sale iodato al posto del sale
normale. Anche le alghe, in particolare Laminaria digitata, la Laminaria
japonica, la Alaria esculenta e la Palmaria palmata, contengono notevoli
quantità di questo minerale. ;;Per quanto riguarda lo zinco è sufficiente
aumentare l’assunzione di cibi che contengono più zinco (ceci, lenticchie,
fagioli Azuki, germe di grano, nocciole, pistacchi, semi di zucca). Per il
calcio è opportuno prestare attenzione ad includere nella propria dieta
abbondanti quantità di legumi, broccoli, rape, cavolo oppure usare alimenti
arricchiti (p.e. alcuni tipi di latte di soia o riso). Anche la scelta di
un’acqua minerale ad alto contenuto di calcio (che è molto variabile in funzione
delle diverse acque) può essere utile per raggiungere la dose consigliata. Per
la salute dello scheletro è inoltre fortemente consigliabile ridurre il consumo
di sale da cucina. Le carenze di B12 sono l’unico reale rischio di
un’alimentazione vegan praticata per lungo tempo (non meno di un anno, in genere
molto di più) senza integrazione di vitamina B12. Oltre che per gli integratori
si può optare anche per i prodotti fortificati (cereali, succhi di frutta,
hamburger vegetali.; La vitamina D è generalmente assente nei prodotti vegetali
non fortificati ed è presente in quantità relativamente modeste in alcuni
alimenti animali. Latte e latticini contengono vitamina D in quanto essa è
appositamente aggiunta ai mangimi delle vacche. Questa vitamina è anche
sintetizzata dalla pelle in presenza di luce solare che, almeno durante i mesi
estivi e alle nostre latitudini, è sufficiente per garantire una produzione
adeguata di questa vitamina anche nei vegan. Durante i mesi invernali se
l'esposizione al sole è molto limitata può essere consigliabile un uso moderato
di prodotti fortificati o supplementi (un eccesso di assunzione di vitamina D è
fortemente tossico).;; Infine gli Omega-3. Sebbene alcuni studi dimostrino che i
vegetariani non siano carenti di acidi grassi essenziali, è opportuno che sia
vegetariani che, soprattutto, i vegan introducano nella dieta una fonte di acidi
grassi della famiglia omega-3. La migliore fonte vegetale di questi grassi è
l’olio di lino di cui sono sufficienti un paio di cucchiaini al giorno (da usare
rigorosamente crudo, p.e. sull’insalata, e da conservare in frigorifero) per
ottenere una quantità più che adeguata di omega-3.
Linda Pizzuto
GUSTOSE ALTERNATIVE ALLA CARNE: SEITAN E MUSCOLO DI GRANO
Le diete vegane e vegetariane ben equilibrate forniscono al nostro organismo
tutti gli elementi di cui giornalmente necessita. È per questo che non è
necessario includere dei sostituti alla carne ma i due alimenti di cui
stiamo per parlare possono essere utilizzati per preparare dei gustosi
piatti e sostituire il ragù, la carbonara, l’arrosto o semplicemente essere
gustati in un panino al posto del salame o del prosciutto. Vanno comunque
consumati con moderazione.
Il seitan
È molto usato nella cucina vegetariana in alternativa alla carne per
realizzare piatti nutrienti e gustosi. Un ingrediente versatile dall’elevato
contenuto proteico ottenuto dalla lavorazione della farina di grano, che si
integra bene nell’alimentazione soprattutto vegetariana, totalmente privo di
colesterolo e di grassi e adatto a tutte le diete. Spesso sentiamo parlare
di seitan e di glutine, e forse è meglio spendere qualche parola in più per
fare chiarezza.
Come altre farine di cereali anche la farina di grano tenero o frumento
contiene due componenti fondamentali, l’amido e il glutine, che è la parte
proteica del grano. Il procedimento di separazione dell’amido dal glutine
impastando la farina con acqua e lavando poi l’impasto in acqua corrente
permette di estrarre il glutine dalla farina, ottenendo una specie di gomma
giallina ed elastica quasi inutilizzabile allo stadio iniziale. Con la
successiva bollitura in acqua insieme alla salsa di soia (tamari o shoyu),
il sale marino, le alghe e altri aromi, si ottiene il seitan vero e proprio,
pronto per essere cucinato in molti modi.
Il seitan come valido sostituto proteico della carne si è diffuso molto
rapidamente. E con l’aumento accelerato della popolazione vegetariana
mondiale lo sarà ancora di più in futuro, rappresentando una valida fonte di
proteine al 100% vegetali che ci permette di nutrirci con gusto senza
uccidere gli animali.
Come la carne anche il seitan assorbe bene i sapori dei vari ingredienti con
cui viene preparato, e le sue particolari caratteristiche di aspetto,
consistenza e sapore lo rendono facilmente utilizzabile in piatti in cui di
solito viene usata la carne.
Anche se con il seitan non si tratta d’introdurre una finta carne in cucina,
ma un nuovo alimento proteico.
Il seitan fai da te
Ormai il seitan si trova già pronto e confezionato sottovuoto anche nei
supermercati, oltre che nelle erboristerie e nei negozi d’alimentazione
naturale. Ma può essere preparato anche in casa con un semplice procedimento
manuale partendo dall’ingrediente di base, la farina di grano. Procedimento
abbastanza lungo, che oltre a un notevole risparmio economico offre però la
soddisfazione del fai da te. La preparazione del Seitan fatto in casa è
semplice, richiede solo tempo e pazienza, e consiste in 3 fasi, la
preparazione dell’impasto, il suo lavaggio e la successiva bollitura.
Ecco la ricetta base per il seitan fatto a mano. Si comincia mettendo sul
fuoco una pentola abbastanza grande piena per ¾ di acqua, insieme a odori a
piacere (sedano, carota, prezzemolo, basilico, qualche pomodorino..), 2
cucchiai rasi di sale marino, 10 cucchiai di tamari o shoyu (salsa di soia),
e 3 o 4 grossi pezzi di alga kombu, portando tutto a ebollizione. Mettete
poi 1 kg di farina bianca (meglio biologica) in una ciotola, aggiungete
qualche pizzico di sale, e impastate con acqua lavorandola bene come per
fare il pane, ma senza lievito. Lasciate riposare un po’ l’impasto coperto
da un panno. In un colino fine lavate poi l’impasto in acqua corrente,
avendo l’accortezza di mettere il colino dentro un una ciotola per far sì
che i pezzetti dell’impasto che si sfaldano durante il lavaggio non si
disperdano. Il lavaggio in acqua permette la separazione del glutine
dall’amido che andrà via con l’acqua, e quando l’acqua non sarà più bianca
ma trasparente il glutine si compatterà da solo.
A questo punto il glutine è pronto, una sostanza gommosa che metterete nella
pentola dove l’acqua sta bollendo con gli aromi, il tamari ecc, lasciando
poi bollire il tutto per 30-40 minuti o anche un’ora a fuoco abbastanza
vivo, girando ogni tanto con un mestolo per non far attaccare sul fondo.
Quello che alla fine tirerete fuori dalla pentola avrà l’aspetto d’un
polpettone marroncino chiaro, un po’ spugnoso e di forma più o meno
regolare, e sarà seitan a tutti gli effetti, pronto per essere affettato,
tritato, tagliato a cubetti ecc., per preparare tante gustose ricette.
La lunga fase di lavaggio può essere saltata utilizzando direttamente per
l’impasto la farina di glutine che si trova in commercio, che andrà
mescolata con una percentuale minima di farina bianca.
Il muscolo di grano
E’ considerato l'alternativa italiana al seitan, per le notevoli
caratteristiche in comune con questo alimento. Tuttavia, a differenza del
seitan, il muscolo di grano è molto meno conosciuto. Il muscolo di grano è
stato ideato da Enzo Marascio intorno al 1992 e la sua origine geografica è
ben precisa e circoscritta: la Calabria. Si tratta di un preparato a base di
farina di frumento della qualità Cappelli (qualità selezionata a Foggia nel
1915), farina di legumi o soia, olio extravergine di oliva e spezie. L'unico
sale aggiunto è il cloruro di sodio (il comune sale da cucina). Questo
impasto originale forma il muscolo, ove il termine denota l'intenzione del
suo ideatore di presentarsi come un'alternativa alla classica fettina di
manzo. Il prodotto è stato ulteriormente perfezionato per dare origine
all'arrosto, allo spezzatino e anche agli affettati. Infatti il prosciutto
derivato dal muscolo di grano si può affettare come il classico prosciutto
di maiale. Anche il colore è più rossastro, grazie all'aggiunta del
pomodoro. L'ideatore di questo alimento esclude l'utilizzo di coloranti di
alcun tipo.
Le caratteristiche nutrizionali sono il punto di contatto con il seitan.
Infatti il muscolo di grano è un alimento dalle spiccate proprietà
proteiche: le proteine derivano dal glutine del grano, dai legumi e dalla
soia. Inoltre la componente proteica è di origine vegetale, quindi priva di
colesterolo. La fonte lipidica è prevalentemente quella dell'olio
extravergine di oliva, quindi di ottima qualità. L'assenza di nitriti e
nitrati (la conservazione è fatta solo dal cloruro di sodio) e di coloranti
ne accrescono i pregi . L 'apporto calorico, intorno alle 140-150 kcal ogni
100 g, quindi equivalente a una fettina molto magra o alla carne di
cavallo.
Il muscolo di grano è utilizzabile come fonte proteica ad apporto nullo di
colesterolo, quindi come alternativa a legumi, alle bistecche di soia, al
seitan e al tofu. Il muscolo di grano, per la presenza di glutine, non è
adatto ai celiaci.
Il muscolo di grano e i suoi derivati sono, per l'origine degli ingredienti,
necessariamente di provenienza limitata e circoscritta alla Calabria, quindi
la reperibilità può risultare un problema. Nonostante l'ideatore abbia
cominciato a commercializzare il prodotto già dal 2002, la sua presenza su
Internet è l'unico tentativo di far conoscere su scala nazionale questo
prodotto, ben difficilmente disponibile sui banchi del negozio o del
supermercato su gran parte del territorio nazionale.
Linda Pizzuto
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